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  • FIBRILLAZIONE ATRIALE


    I Sintomi della fibrillazione atriale

    La fibrillazione atriale (FA) si manifesta come una sensazione di battito cardiaco irregolare (palpitazioni), talora come uno “sfarfallio” nel torace ma altre volte può essere completamente asintomatica. In molti soggetti la fibrillazione atriale si innesca durante le ore notturne (prevalentemente verso il mattino tra le ore 3 e le ore 5) oppure dopo pasti abbondanti in seguito alla sensazione di “gonfiore” dello stomaco. La diagnosi certa di fibrillazione atriale si ottiene eseguendo un elettrocardiogramma.


    Le cause della fibrillazione atriale 

    I fattori scatenanti sono generalmente dei “treni” di impulsi anomali generati da cellule del cuore localizzate a livello dello sbocco delle grandi vene negli atri. I fattori che favoriscono la fibrillazione atriale sono: 


    • lo stress fisico e/o psichico;
    • la stimolazione della rete neurale gastroenterica connessa a quella cardiaca per presenza di gastriti, reflusso gastroesofageo, ernia iatale e spasmi del colon;
    • le apnee notturne;
    • l’ipertiroidismo.


    Inoltre, l’ipertensione arteriosa non curata, le patologie delle valvole cardiache, le malattie polmonari, la ridotta capacità contrattile dei ventricoli cardiaci o i pregressi infarti del miocardio, generano continue e profonde sollecitazioni meccaniche del tessuto atriale che viene pertanto “stirato” e/o sottoposto ad anomale sollecitazioni lavorative. La coesistenza di “triggers” ossia l’origine molteplice d’impulsi e un alterato substrato tissutale, predispongono il soggetto ad avere frequenti e duraturi episodi di fibrillazione atriale.

  • I rischi della fibrillazione atriale

    Il persistere della fibrillazione atriale causa delle alterazioni funzionali del tessuto atriale che rendono più facile un nuovo innesco. Per questo è necessario una diagnosi accurata e una terapia opportuna per il mantenimento del ritmo fisiologico (ritmo sinusale) e la prevenzione di successivi episodi. La complicanza più grave della fibrillazione atriale è la formazione di trombi, ossia di coaguli di sangue, all’interno dell’atrio sinistro. I trombi atriali possono “migrare” dal cuore e, trasportati dalla corrente sanguigna, raggiungere le arterie del cervello ed occluderle (embolia), generando un ictus cerebrale. Per ridurre tale rischio i soggetti affetti da fibrillazione atriale devono assumere una terapia anticoagulante.


    Le cure per la fibrillazione atriale

    Nella maggior parte dei casi è possibile una cura o una riduzione dei sintomi e dei rischi clinici legati alla presenza della fibrillazione atriale. I trattamenti possono essere:

    • Osteopatia cardiologica;
    • Terapia farmacologica;
    • Terapia elettrica (cardioversione);
    • Terapia interventistica quale l’ablazione transcatetere o chirurgica.


    I singoli provvedimenti verranno scelti in funzione delle necessità cliniche del singolo soggetto.

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